La tecnica del sovescio consiste nella semina di un miscuglio di diverse specie.
Lo scopo non è quello di raccoglierne il prodotto, ma di interrare la biomassa prodotta per aumentare la fertilità del suolo. Questo permette di migliorare le prestazioni produttive di un frutteto/vigneto o di una qualsiasi altra coltura che lo succederà.
Il sovescio viene impiegato anche per limitare i fenomeni di erosione superficiale durante i mesi invernali grazie alla capacità delle piante di creare una fitta “maglia di radici” in grado di trattenere le particelle del terreno.
Con il sovescio è inoltre possibile combattere la presenza di alcuni funghi e nematodi grazie alla capacità di alcune essenze di produrre e secernere sostanze tossiche.
La semina del sovescio può essere fatta in diversi periodi dell’anno e con diverse modalità.
I sovesci possono essere autunno-vernini, primaverili o estivi: la scelta del periodo di semina più adatto è fatta in funzione delle necessità aziendali e delle successioni colturali.
Le modalità di semina sono principalmente due: o a spaglio o con seminatrice. Per garantire una perfetta germinazione delle essenze è importante interrare leggermente i semi.
L’interramento del sovescio è la pratica con cui si va ad incorporare nel terreno la biomassa epigea prodotta dalle piante. Prima dell’interramento è opportuno sminuzzare la biomassa in modo da ridurne le dimensioni e facilitarne il processo di decomposizione per arrivare il prima possibile alla formazione di una sostanza organica di qualità.
L’interramento del sovescio può essere effettuato in diversi modi: arature, ripuntature, vangature o anche con lavorazioni superficiali. In taluni casi si può anche non interrare il sovescio, ma usarlo come pacciamatura vegetale, schiacciando la biomassa e interrompendo il ciclo vegetativo con un rullo.
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Il manifesto per il movimento organico internazionale, sancisce chiaramente che la fertilità è “la condizione di un suolo ricco di humus in cui la crescita procede rapidamente, senza ostacoli ed efficientemente; il termine implica quindi abbondanza, alta qualità e resistenza alle malattie.”
(Howard, 1956)
In un terreno fertile non c’è contrapposizione fra produttività e qualità, cosa tristemente vera nell’agricoltura convenzionale, che si è spesso dimenticata del terreno come fattore della produzione. Infatti, nell’agricoltura “chimica” assistiamo alla produzione di quantità a scapito delle qualità, all’appiattimento dei sapori, alla scarsa conservabilità, all’aumento della condizione di patogenicità sia alla pianta che al frutto. La coltivazione da un lato riduce la diversità e il processo di umificazione, dall’altro sfrutta il momentaneo vantaggio dovuto alla maggiore mineralizzazione e quindi alla più elevata disponibilità di elementi.
L’humus è un complesso di sostanze prodotto dalle trasformazioni operate dai microrganismi sui residui vegetali e animali indecomposti. Le caratteristiche dell’humus dipendono fortemente da quelle dei materiali di partenza.La perdita dell’humus porta all’insorgenza di fenomeni di stanchezza del suolo e al declino della “fertilità”, molto spesso correlati a forti attacchi di agenti patogeni, con conseguente necessità di eseguire trattamenti chimici al fine di preservare la coltura.
Il sovescio è una delle tecniche “pulite” in grado di garantire agli agricoltori valide soluzioni per poter produrre al meglio e per soddisfare le esigenze del mercato e del consumatore. Partendo dal miglioramento congiunto delle condizioni microbiologiche, fisiche e chimiche del terreno si ottengono concreti miglioramenti della produzione.
Significa aumentare la potenzialità produttiva di un terreno migliorando
la fertilità totale, che è l’insieme della fertilità chimica, della fertilità fisica e della fertilità microbiologica.
Il terreno è un elemento fondamentale per la crescita delle piante, pertanto non deve essere assolutamente considerato solo come un supporto fisico, ma qualcosa di più complesso da cui le radici traggono l’acqua e i nutrienti necessari per la crescita e per compiere il proprio ciclo produttivo.
La fertilità chimica è rappresentata dagli elementi nutritivi disponibili per le piante, la fertilità fisica indica la struttura del terreno e per fertilità microbiologica si intende la vita all’interno del terreno, rappresentata da microfauna e
microflora. Il giusto equilibrio tra queste tre tipologie di fertilità è la garanzia
per aumentare la fertilità del terreno al fine di supportare la produzione agraria.
La tecnica del sovescio, grazie all’apporto di grandi quantità di sostanza organica di ottima qualità, è fondamentale per riequilibrare la fertilità del terreno.